La cuoca del presidente

Laura Putti

 

 

È una commedia elegante che racconta la storia di Danièle Delpeuch, tra l'88 e l'89 chef personale di François Mitterrand. L'ha girata Christian Vincent, cineasta appassionato di cucina e incuriosito, certo, da quei 24 mesi trascorsi dalla cuoca all'Eliseo, ma anche dalla sua personalità forte, incline a scelte piuttosto eccentriche.

Il film inizia infatti nella base artica nella quale, in maniera totalmente anonima, Danièle Delpeuch andò a lavorare alla fine della sua esperienza presidenziale. "Perché dopo due anni accanto a Mitterrand si è voluta perdere in un luogo simile?" si domanda il regista. "Di cosa voleva punirsi?". Domande alle quali neanche il successo francese del film (più di un milione di spettatori) ha dato una risposta. "Con lei abbiamo avuto un rapporto corretto, ma non confidenziale - dice Vincent - non voleva che si raccontasse la sua vita e molte cose sono state inventate. Ci ha chiesto di cancellare dalla sceneggiatura certi dettagli troppo reali. 'Non deve essere la mia storia', ha detto, 'è un personaggio ispirato alla mia storia'

La cuoca del Presidente si chiama Hortense Laborie (interpretata da Catherine Frot, perfetta) e arriva all'Eliseo dopo una telefonata che la raggiunge nel "suo" Périgord: un personaggio importante, ma anonimo, vorrebbe una cucina non elaborata, come quella della mamma e della nonna. Ancora non sa, Hortense, che il personaggio è François Mitterrand, e non sa che l'invito sarà al tempo stesso un affronto allo chef ufficiale dell'Eliseo e al suo staff. "Il presidente aveva confessato a Jack Lang di avere voglia di una cucina semplice - dice Vincent - Lang aveva chiesto consiglio a Joel Rebuchon e il grande chef gli aveva suggerito una cuoca ribelle e viaggiatrice, una specie di avventuriera coraggiosa e autonoma molto appassionata della sua regione, quella del fois gras: il Périgord".

La cuoca accetta e con sua grande sorpresa arriva a palazzo (il film è realmente girato all'Eliseo). Avrà a disposizione un giovane pasticcere e una cucina molto più piccola di quella ufficiale. Ma i suoi piatti avranno talmente successo da scatenare, con la rabbia dello chef, ogni possibile sabotaggio. Non adatta a subire decisioni di altri, allergica al cerimoniale, la cuoca deciderà di lasciare l'Eliseo dopo soli due anni senza aver potuto esprimere a fondo le proprie capacità. Girato per più della metà in cucina, il film esclude la politica e non vedremo mai il presidente seduto a tavola. Ma un giorno Hortense, perduta nel palazzo, lo incontra per caso. "Anche nella realtà si incontrarono per caso, Danièle si sbagliò di porta e si ritrovò in un salone dell'Eliseo" dice Vincent che ha affidato il ruolo di Mitterrand a Jean D'Ormesson, celeberrimo scrittore e giornalista francese. "Un attore aveva rifiutato il ruolo e allora l'ho proposto a lui. Pur essendo un intellettuale conservatore, D'Ormesson è stato molto vicino a Mitterrand. Era spesso chiamato all'Eliseo e si dice che l'ultimo colloquio del presidente prima di morire sia stato con lui".

 

 


Repubblica, 5 marzo 2013